Arriva l’inverno e con il fango è tempo di ciclocross

Anche il CTG Ciclo Team Gorgazzo è sui campi di gara…

Le origini di questo sport risalgono ai primi del Novecento: d’inverno i ciclisti, per tenersi in forma, passavano con le loro bici nei prati. In questo modo allenavano e mettevano alla prova la forza muscolare, il fiato e la capacità di guida del mezzo, alternando alla pedalata i momenti in cui bisognava correre per scavalcare i fossi o superare salite troppo ripide.

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Octave Lapize fu uno dei primi a praticare questo tipo di allenamento e a “inventare” la tipica corsa con la bicicletta sulle spalle.

La Francia fu la culla di questo sport: nel 1902 furono organizzati i primi campionati nazionali, sotto la guida di Daniel Gousseau e Géo Lefèvre, quest’ultimo ideatore del Tour de France. Negli anni seguenti il ciclocross si diffuse in Belgio, Svizzera, Spagna, Italia, Lussemburgo e Stati Uniti.

Le competizioni consistono in circuiti fuori strada, molto brevi (da 2 a 4 km) ripetuti più volte, (su erba, sterrato e con ostacoli) dalle durate variabili secondo le categorie in gara: 25 minuti se agonisti esordienti, 30 minuti se Allievi, 40 minuti se juniores, 60 minuti se agonisti Under23 e da 60 a 70 minuti se Elite. Per gli amatori master varia da 50 minuti per i master fascia 2 e 3 mentre si corre per 60 minuti per i master fascia 1 (Elitesport, Master1, Master2 e Master3). La distanza della gara non è prefissata: ne viene stabilita la durata dalla giuria, sulla base del tempo dei primi due giri per far durare la gara per un tempo prevedibile.

I percorsi sono generalmente in prati e boschi, con brevissimi tratti in asfalto (solitamente il solo rettilineo d’arrivo), con un fondo e una pendenza continuamente variabili, salite e discese brevi e molto ripide, molte curve angolate e talvolta tratti su sentiero stretto, dove passa una sola bicicletta per volta (il cosiddetto “single-track”). La caratteristica principale dei tracciati è la loro estrema variabilità: le sezioni (salite, discese, scalinate ecc.) sono brevissime, durano una manciata di secondi, costringendo i corridori a una continua attenzione e a una grande adattabilità.

Le scalinate, per regolamento, possono essere affrontate esclusivamente a salire. I terreni sui quali si corre sono: prato, fango, sabbia e asfalto. Solitamente il percorso è più scorrevole di quello delle gare di cross-country in mountain bike, inoltre vengono evitati i terreni rocciosi o con grandi salti, dato che le bici da ciclocross non sono ammortizzate.
Durante le corse, spesso il corridore è costretto (a causa delle pendenze o della presenza di fango) a scendere dalla bici e superare l’ostacolo a piedi, trasportando la bici in spalla. Solitamente circa il 90% del tracciato è percorribile in sella alla bicicletta.

L’utilizzo di ostacoli artificiali è la prassi: secondo regolamenti dell’UCI, la loro altezza massima è 40 cm e si possono porre solo due ostacoli successivi. L’altezza è tale da scoraggiare i tentativi di salto (il “bunny hop”) rimanendo in sella al proprio mezzo: lo spirito del ciclocross, infatti, è correre con la bici in spalla.

Durante le gare è permesso cambiare bicicletta e ricevere assistenza tecnica su punti del percorso prestabiliti dalla giuria.

Le biciclette utilizzate sono molto simili alle bici da corsa: leggere, con ruote sottili, ma più robuste e meno rigide, con pneumatici dotati di tasselli; più o meno pronunciati. Per le gare promozionali è permesso anche l’uso della classica mountain bike.